Sette anni dal sisma de L’Aquila: io non dimentico!
Mamma, per cortesia, accendi la televisione!
E tu stai fermo che voglio vedere!
“Guarda cosa è successo laggiù!
Oh mamma mia, è proprio una rovina…
… sono crollate le case ed anche i tetti delle chiese!”
Eppure l’Aquila mia
era di una bellezza che non ti dico.
Pensa che era il centro antico dell’Abruzzo.
Quando io ero bambina
di macchine ce n’erano assai poche
e in tutta tranquillità per le strade si poteva camminare
e nel suo splendore anche il Gran Sasso bello si poteva ammirare.
E poi c’era quella fabbrica di Nunzia
che faceva dei torroni che erano una delizia!
Certo d’inverno i ficchi di neve cadevano grandi e fitti
ed il vento gelido ti faceva rabbrividire,
ma in estate del piacevole frescolino potevi usufruire.
Mi ricordo che davanti ad un balcone
c’era sempre un bimbo sudicio e solo
che la mattina mangiava soltanto la polenta
senza neanche un pezzettino di salsiccia.
“Che hai da guardare. Ne vuoi un poco?” Mi diceva.
“Povero sciocco, di quella roba lì non ne ho certo voglia!”
Quel furbacchione di un banditore
voleva sempre imbrogliare un povero cafone
che da Cese veniva al mercato cittadino
per vendere pochi funghi ed un carico di legna.
Una volta uno di Preturo cucinò la volpe invece della lepre
e la fece mangiare ad una sua commare
che con lui aveva un bel debito di scommesse…
E la maestra che insegnava alla Forcella te la ricordi?
Quella sì che era una brava persona
e, se non sbaglio, veniva dalla Toscana.
Sicuro che se non ti comportavi bene
ti dava anche una bella punizione
però a tutti quanti noi era tanto affezionata.
Ma adesso L’Aquila mia
per il terremoto è tutta danneggiata
ed io è da tempo che non ci vado
e la vorrei proprio rivedere.
Ci auguriamo che quel galantuomo
che possiede una gran quantità di denaro
e si vede sempre in televisione
svelto-svelto la possa sistemare.
Ma se fa il tonto e non lo fa
gli diamo un secchio e una piccozza da muratore
e con gli indumenti tutti sporchi di calce
insieme agli altri lo mandiamo a lavorare.
L’AQUILA ME’, poesia di LUCIA BONANNI
Certo son passati 7 lunghi anni da quel tremendo giorno! Eppure il ricordo è sempre vivo nei nostri pensieri e nei nostri cuori. Una preghiera per le tante persone che purtroppo ci hanno lasciato!!! R.I.P.