Il nome della rosa: nella ‘serie evento’ i paesaggi e la storia d’Abruzzo
Il 4 marzo 2019, in prima serata su Rai 1, andrà in onda la prima puntata dell’attesissima serie tv in 8 episodi de “Il Nome della Rosa“, basata sul celebre best seller scritto da Umberto Eco nel 1980. Non solo un cast internazionale al servizio di una produzione di ampio respiro, ma anche tanti bei luoghi da ammirare: il set è stato allestito tra Cinecittà a Roma, Umbria e Abruzzo!
Dopo essere apparsi nella versione cinematografica del 1986 con protagonista Sean Connery, ancora una volta alcuni i paesaggi abruzzesi sono stati scelti per il set della fiction ambientata nel XIV secolo. Nell’adattamento televisivo si potranno infatti ammirare il Castello Medievale di Roccascalegna, le Gole Di Fara San Martino e l’eremo di Santo Spirito a Roccamorice.
Nord-Italia, anno 1327. Il frate Guglielmo da Baskerville raggiunge un’isolata abbazia benedettina sulle Alpi. Lo attende una disputa importante: dovrà rappresentare l’Ordine francescano, sostenuto da Ludovico di Baviera, futuro imperatore del Sacro Romano Impero e minacciato dal potere temporale del papa francese Giovanni XXII. Adso, un giovane novizio benedettino, segue Guglielmo. Rinnegato il destino impostogli dal padre, barone al seguito dell’Imperatore, Adso lo ha scelto come guida per il suo cammino spirituale. L’abbazia, al loro arrivo, si presenta subito come un luogo inquietante, con una biblioteca che custodisce manoscritti di inestimabile valore e dove tuttavia aleggia più di un mistero…
Il soggetto di serie, come ricorda l’Ansa, è di Andrea Porporati che firma anche la sceneggiatura con Turturro, Battiato e Nigel Williams. Una scenografia accuratissima, insieme a un maxi cast internazionale che va da Rupert Everett (Bernardo Gui) e dal giovane attore tedesco Damien Hardung (il novizio Adso da Melk) a Greta Scarano nel doppio ruolo (Margherita compagna di Dolico e Anna la figlia salvata grazie all’intervento di Remigio da Varagine), da Piotr Adamczyk (Severino) ad Alessio Boni (Dolcino), Fabrizio Bentivoglio (il monaco converso dal passato segreto) e Roberto Herlitzka.