Le linee guida sull’università da parte della Riforma Gelmini
Ancora notizie in ambito “riforme universitarie”, quindi del decreto Gelmini.
Tratto da marko’s weblog:
Ieri in Consiglio dei Ministri è stato licenziato il decreto Gelmini sulle università. Non mancano le sorprese e anche i cambiamenti parziali di rotta, segno che le richieste dei rettori almeno nella loro parte più ragionevole sono state accolte. Vediamo insieme i principi della riforma.Blocco del turn-over. Il limite del 20% è stato innalzato al 50%, con l’intesa che le nuove assunzioni riguarderano solo i ricercatori. E così per ogni due docenti in pensione potrà essere assunto un ricercatore.
Premi ai virtuosi. I 500 milioni di incentivi per la ricerca andranno esclusivamente agli atenei che abbiano rispettato i parametri di legge nelle assunzioni. Chi abbia sforato il tetto del 90% nel rapporto fondi/stipendi non solo non riceverà nulla, ma (finalmente) non potrà bandire ulteriori concorsi.
Stop alle assunzioni compiacenti. Le commissioni giudicanti nei concorsi passano da 5 a 12 membri, all’interno dei quali verranno sorteggiati i cinque commissari interni. Sarà così molto più arduo, per non dire impossibile, pilotare i concorsi al fine di assumere parenti, amici e soliti noti.
Enti di ricerca. Tutti gli enti in questione vengono esclusi dal blocco del turn-over per favorire il ricambio della ricerca.
Incentivi. Saranno istituiti finanziamenti aggiuntivi per tutti gli atenei che elimineranno sedi distaccate e corsi di laurea non funzionali.
Borse di studio. Stanziati 135 milioni da destinare alle 180.000 borse di studio (cifra record in assoluto) più altri 65 per le residenze universitarie.
Come detto dunque sono state accolte molte istanze del CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) ma non in favore di un soggetto unico, ovvero il mondo universitario nel suo insieme, bensì distinguendo tra un ateneo e l’altro in base alle sue capacità di gestione.