L’Aquila: la situazione ad oggi dopo 3 anni dal terremoto
A 3 anni da oggi, come è la situazione a L’Aquila dopo il terremoto del 6 aprile 2009? Non è una domanda da quiz televisivo, altrimenti ci saranno applausi prima e dopo, e non mi sembra decisamente il momento questo.
6 aprile 2009 – 6 aprile 2012: domani alle ore 3.32 del mattino saranno 3 anni da quella notte (quando io non stavo ridendo!) che ha portato via 309 vittime, abitazioni, sogni, progetti, obiettivi e tanto altro.
Domani ricorderò tale data in tutti i modi possibili: foto-profilo con una candela nel mio Facebook, parlandone su Twitter (l’hashtag più usato sarà sicuramente #laquila), dando eco alle ultime iniziative nel territorio aquilano e – perchè no – ricordando parte dei miei momenti trascorsi lì durante il periodo universitario. Nell’arco di questa giornata e in quella di domani… accendiamo la rete!
Oggi vi parlerò de L’Aquila sotto un punto di vista relativamente critico dando visibilità a cosa (non) è cambiato in 3 anni.
Vi ricordate le transenne che si espandevano per gran parte del centro storico? Quelle ci sono ancora. Vi ricordate il deserto per le vie interne? Quello c’è ancora. Vi ricordate il silenzio? C’è ancora.
E gli sfollati che non ancora tornano nelle proprie case? Non ancora tornano nelle proprie case.
GLI SFOLLATI
Sono 27mila le persone che, su 45mila sfollati, ancora non rientrano nelle rispettive abitazioni. Come scrive Repubblica.it «diecimila di queste vivono con un misero contributo mensile e si arrangiano da parenti e amici oppure pagano un affitto quasi da strozzo all’Aquila o altrove». Parte della popolazione vive nelle periferie: vicini e al tempo stesso lontani dalle proprie case.
Oggi, solo all’Aquila, su una popolazione di oltre 72 mila residenti, 21.791 vivono ancora in alloggi a carico dello Stato. Oltre 7 mila persone abitano nei MAP (Moduli Abitativi Provvisori, ossia le casette di legno), 573 nelle case in affitto concordato con la Protezione Civile, 630 attraverso il fondo immobiliare. Ci sono ancora 314 persone in albergo e nella caserma della Guardia di Finanza.
Quasi 13mila cittadini si trovano nel Progetto C.A.S.E. (n.b.: C.A.S.E. non Case!), le 19 “new town” fatte costruire in tempi record da Berlusconi, costate 2.700 euro al mq. Sono dislocate su un asse lungo decine e decine di chilometri intorno all’Aquila e, anche per questo, non sono pochi i problemi ricaduti sul Comune per costi (dal trasporto pubblico alla nettezza urbana) e manutenzione. Una New Town è stata costruita nei pressi di Assergi, nel cuore del Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga, ad un passo dalla funivia per Campo Imperatore e ad una ventina di chilometri dal capoluogo. Nelle new town mancano i servizi – chi vi abita le definisce “quartieri dormitorio” – e per fare la spesa gli abitanti sono costretti a prendere l’automobile (da Assergi imboccano addirittura l’autostrada).
Nel centro storico aquilano ha resistito il solo Raffaele Colapietra (in foto), lo storico ottantenne che non ha mai lasciato, con il suo piccolo esercito di gatti, la palazzina grigia sotto il Castello. “Adesso dovrò trasferirmi anch’io, qui cominciano dei lavori e vado in affitto“, dice il professore. E i gatti? “Verranno con me“. Un altro paio di famiglie, oltre ai gatti, fanno compagnia a Colapietra in tutto il centro.
LE MACERIE
Ad oggi restano ancora da rimuovere il 95% delle macerie generate dal crollo degli edifici, ovvero circa tre milioni e 800mila tonnellate di detriti. Ne sono state rimosse 211mila su un complessivo di quattro milioni di tonnellate. Scrive asca.it: “Nel 2012 c’è stata un’accelerazione nel trasporto delle macerie: la media è stata di circa 14 mila tonnellate, con un incremento del 139% rispetto al 2011. Si tratta di un risultato importante che incoraggia verso l’obiettivo di arrivare a trasportare 2 mila tonnellate di macerie al giorno.“
LA RICOSTRUZIONE
I lavori di ristrutturazione sono cominciati solo in alcune periferie o nelle campagne, dove si è peraltro costruito ad alto impatto ambientale, modificando la tipicità e i colori dell’abitato, dando un altro colpo alla vocazione turistica del territorio. Si è inoltre lavorato disordinatamente e perfino ignorando prescrizioni antisismiche. “Ma è qui che ci vorrebbe una corretta pianificazione urbanistica, qui dove il territorio è stato sconvolto dalle new town. Eppure di questa pianificazione non c’è traccia” – dice l’urbanista Vezio De Lucia – “Non si capisce come questi desolati quartieri si legheranno fra loro e con il centro della città“.
Come riporta 6aprile.it «Nel capoluogo abruzzese, oggi città da fantasma, il cammino della ricostruzione è ancora lungo. Dove si poteva intervenire già da subito, accelerando il processo di recupero degli edifici, si è preferito attendere l’approvazione del piano di ricostruzione recentemente approvato dal Comune. Il nuovo documento sancisce il principio del “Com’era, dov’era”, anche se spesso i costi per riportare gli edifici allo stato precedente al sisma sono, soprattutto per il centro storico, superiori alle risorse effettivamente messe a disposizione.»
Inoltre “Sono stati buttati via 40 milioni di in tre anni per pagare le spese di emergenza causate dalla mancanza di ricostruzione delle aree periferiche della città“, così si sfogò il sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente.
IL LAVORO
Il lavoro manca. Secondo dati della locale Confartigianato sono 500 le attività commerciali e artigianali (soprattutto del centro storico dell’Aquila) che non sono ancora riuscite a ricollocarsi e 1.500 le attività a rischio chiusura in tutto il cratere sismico. Sono riuscite a ricollocarsi circa ottomila imprese.
(PARTE DEL)LE DONAZIONI
I fondi raccolti per L’Aquila con la canzone Domani, più di 1 milione di euro, a tre anni dal terremoto sono ancora inutilizzati.
Jovanotti, uno dei protagonisti del progetto, ha protestato l’ultima volta su Twitter, dove è cominciato il tam tam e dove è intervenuto anche il ministro Fabrizio Barca, delegato alla ricostruzione. Jovanotti fa notare come parte dei fondi (6 per cento) sul Teatro comunale risulti spesa mentre il grosso, assegnato al Conservatorio, è fermo. Già nel luglio 2010 il cantante segnalò questo problema a Sandro Bondi, l’allora Ministro per i Beni e le Attività culturali.
C’è poi l’altra raccolta della musica, quella di “Amiche per l’Abruzzo“, l’iniziativa di Laura Pausini, Fiorella Mannoia, Gianna Nannini, Elisa e Giorgia. La prima parte del ricavato, 1.183.406 euro, venne destinato in parte a un progetto nella frazione di Camarda, realizzato, ma in gran parte alla ristrutturazione della scuola elementare De Amicis: qui i lavori non sono cominciati e il Comune definisce lungo l’iter per l’appalto.
In un mio tweet di due giorni fa scrivevo a Jovanotti, Laura Pausini, Fiorella Mannoia e Gianna Nannini quando arrivasse il momento di inca***rci veramente per questa situazione. Non ho ottenuto risposta. Invito comunque tutti a ritwittarmi oppure fare loro la medesima domanda.
Nel maggio 2009 la Fiat donò alla Protezione Civile 6 mezzi, tra escavatori e minipale del valore di 860 mila euro, per rimuovere le macerie, il tutto suggellato da comunicato stampa e dalla cerimonia di firma dell’atto ufficiale nella Caserma della guardia di Finanza di Coppito.
Fino ad oggi i mezzi non sono mai arrivati nella città fantasma nè tantomeno utilizzati! A denunciarlo è la sezione locale del Co.na.po, il sindacato autonomo dei Vigili del Fuoco. Dei tre mezzi destinati dalla Protezione civile al Corpo dei VVF nell’ottobre 2010, due (escavatori) non hanno mai passato la linea del Pò e si trovano rispettivamente al comando di Piacenza e di Genova, mentre l’ultimo (una pala gommata) giace nel magazzino dei Vigili di Via Ettore Romagnoli a Roma. I rimanenti tre sono invece stati destinati ad associazioni di Protezione civile.
C’è ancora tanto da dire, da leggere, da sapere. Vi invito a seguire 6aprile.it per essere aggiornati su tutto quello che succede nelle aree colpite dal terremoto. Nel frattempo vi lascio con “Perchè vale la pena vivere all’Aquila”, un particolare video liberamente tratto dal film di Woody Allen “Manhattan” e scritto da Giuseppe Tomei e Francesco Paolucci.
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(Fonte: laRepubblica.it, 6aprile.it, ANSA.it, asca.it, IlCentro.it, Facebook, YouTube, Twitter)