L’Aquila, lauree ad memoriam tra le polemiche
Tratto da CorriereUniv.it:
Per chi ha perso un figlio nel fiore degli anni la pergamena di una laurea alla memoria non allevia minimamente il dolore, anzi lo acuisce: i genitori di quel pezzo di carta, di quel certificato accademico di lode post mortem, non sanno che farsene. Quel documento pesa come un macigno e sancisce un’unica verità: che i tanti sogni di una giovane vita sono stati sepolti sotto le macerie di un maledetto terremoto. Non una tragica fatalità ma un evento che si poteva – anzi si doveva – prevedere.
C’è chi dice no. Per questo le famiglie di otto studenti morti nel sisma del 6 aprile in Abruzzo hanno rifiutato la laurea alla memoria proposta dal Senato accademico che è stata assegnata stamattina presso la Caserma Scuola della Guardia di Finanza a Coppito. In una nota le famiglie spiegano che «l’assegnazione del titolo alla memoria per noi genitori e parenti delle vittime non ha ovviamente nessun valore morale e affettivo. Allo stato attuale è un blando tentativo di voler semplicemente chiudere una tragica parentesi che ha sconvolto la nostra esistenza».
Tempismo sospetto. «Non si può trasformare una cerimonia in un momento preelettorale – ha confermato Paolo Colonna, padre di Tonino, morto all’Aquila a 19 anni – si sta toccando il fondo moralmente. Non mi piace e non si può fare. E non ci stiamo». Le famiglie che hanno rifiutato la laurea sono quelle di Michele Strazzella, Enza Terzini, Tonino Colonna, Luca Lunari, Marco Alviano, Angela Cruciano, Luciana Capuano e Davide Centofanti.
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Cerimonia contestata. Sono state consegnate dal preside della facoltà di Ingegneria dell’Aquila Pierugo Foscolo, 24 lauree ad memoriam più un attestato di stima per Piervincenzo Gioia, giovane già laureato e correlatore di alcune tesi. La cerimonia è stata contestata nel merito dalle famiglie di otto studenti che – nella nota congiunta di ieri – hanno sottolineato come gli edifici si siano rilevati una trappola per i loro figli, puntando il dito anche contro l’università “colpevole” di non aver sospeso le attività la settimana prima del terremoto, proprio quando si verificarono diverse scosse intense con la riunione in città della Commissione grandi rischi della Protezione civile.