Il mio primo “Meet the Media Guru”: Peter Brantley
Oggi pomeriggio, in compagnia di Claudio Gagliardini, parteciperò al mio primo “Meet the Media Guru“.
Il MtMG è il programma di incontri con i protagonisti internazionali della cultura digitale e dell’innovazione destinato al mondo professionale e al largo pubblico. Nato nel 2005, è diventato un appuntamento costante di dibattito con le voci più eminenti della cultura new media e dell’innovazione e si è affermato come punto di riferimento di una community sempre pù nutrita, in cerca di soluzioni all’avanguardia e di visioni d’autore.
Quest’anno il primo ospite sarà Peter Brantley, Director del BookServer Project di Internet Archive e co-fondatore della Open Book Alliance. E’ una delle voci più autorevoli del dibattito internazionale sul futuro dell’editoria e sulla trasformazione dei media. Inoltre è membro del board dell’International Digital Publishing Forum, ente che si occupa di sviluppare gli standard dell’editoria digitale.
Sul sito ufficiale del MtMG sarà possibile vedere l’intero evento in streaming.
Ecco il video dove Peter Brantley anticipa i contenuti della sua presentazione (di seguito la traduzione in italiano).
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Ciao, mi chiamo Peter Brantley e lavoro in Internet Archive.
Ai primi di febbraio sarò a Milano per due incontri: il primo in If Book Then e il secondo a Meet the Media Guru.
A Meet the Media Guru il mio intervento sarà a carattere estremamente speculativo. Si intitolerà: “Le biblioteche offriranno sale ologrammi? Ray Bradbury, Ivan Sutherland e il futuro dei libri”.
Sala ologrammi è un termine reso famoso dalla serie TV (che più avanti è anche diventata una serie di film) Star Trek e si riferisce a uno spazio fisico nel quale è possibile un’esperienza profondamente immersiva, nel corso della quale le persone possono interagire con altre persone e cose che possono essere sia virtuali sia reali.
In un mondo nel quale le sale ologrammi sono possibili – un futuro forse non così lontano – è importante prendere in considerazione la gamma di problematiche sociali che potrebbero emergere in merito al controllo di questi ambienti da parte delle imprese e se istituzioni civiche come le biblioteche debbano o meno prendere parte allo loro realizzazione e alla loro offerta per fare in modo di essere ancora elemento di cultura popolare e non di cultura d’impresa.
Esaminerò il termine “sala ologrammi” – e i suoi predecenti – sulla base degli scritti di autori di letteratura di fantascienza e di scienziati informatici e prenderò in considerazione altre tecnologie emergenti che, combinate, potrebbero aiutarci a costruire un mondo nel quale questo genere di storytelling diventerà comune.
Mi auguro che vorrete unirvi a me e spero di avere l’occasione di parlare con voi. Ci vediamo presto. Grazie. Ciao.
P. Brantley