“Neil Armstrong ha posto il suo piede sulla polvere lunare alle 4,57 ora italiana”: l’agenzia Ansa diede così la notizia del primo uomo sceso sulla Luna, seguendo attimo per attimo ogni fase di quella missione storica, nella lunghissima notte fra il 20 e il 21 luglio 1969. Poche righe scritte con la consapevolezza di descrivere un momento destinato a restare nella memoria di tutti e che seguivano una lunghissima cronaca.
Dopo che parecchie persone si sono mosse ed hanno scongiurato la nascita (nel breve periodo) del centro olii ad Ortona, l’Abruzzo continua a correre seri pericoli dal punto di vista ambientale, manco a dirlo sempre per il petrolio.
Un militare italiano è rimasto ucciso e altri tre sono stati feriti nell’esplosione di una bomba in Afghanistan. I tre paracadutisti sono fuori pericolo. La vittima è il primo caporal maggiore Alessandro Di Lisio, di Campobasso, classe 1984, in missione da 4 mesi, esperto artificiere dell’Ottavo genio guastatori della Folgore; lascia i genitori e due sorelle.
Sin dai primi giorni sinonimo dell’Aquila è stato il rugby, la forza fisica che esprime i suoi uomini. E proprio dal rugby è partito uno spot televisivo per raccogliere fondi a favore delle genti terremotate. In centro storico sono state girate le riprese che hanno prodotto lo spot-tv La forza dell’Aquila.
Nella notte tra il 5 e il 6 luglio, a tre mesi dal terremoto, una fiaccolata nelle vie del centro: per ricordare i nostri morti, per portare una luce in quei vicoli bui e stretti, per far sentire alla nostra città che ci siamo ancora, che siamo qui per curarla, per riempirla ancora di voci e di storie, per riconquistare i suoi angoli, per restituirle, come merita, dignità e fiducia nel futuro.
Io sinceramente non so che pensare. Durante i 4 mesi pre-scossa del 6 aprile NON CI SONO STATE queste svariate precauzioni per i normali cittadini “aquilani”… Ovviamente ora che il periodo vuole scosse ogni giorno le precauzioni non mancano, ma comunque mi sembra una presa in giro.
Domani 21 giugno, sarà riaperto un primo tratto del centro storico dell’Aquila, dopo il terremoto del 6 aprile scorso. Si tratta in particolare della zona compresa tra la villa comunale e piazza Duomo.
Sedici aziende sono state selezionate – su cinquantasette partecipanti – per realizzare i new village per il dopo terremoto. Avranno a disposizione un budget di 316 milioni di euro e tempi tanto stretti da sembrare poco credibili, che – se tutto va bene – porteranno fuori dalle tende dodicimila aquilani entro fine dicembre.
La città ormai può dirsi militarizzata. Anche per compiere i più normali e innocui gesti quotidiani ci serve un permesso, un pass, un’autorizzazione. La gente, sia della costa che delle tendopoli, è stufa.
False promesse pre-elettorali per accaparrare voti. Promesse non mantenute pochi giorni dopo, all’indomani delle elezioni. Basta con i sorrisi e i tappeti rossi, basta con le passeggiate mediatiche tra le tende, basta dentiere parrucchieri e crociere, basta palpeggiamenti alle volontarie e harem geriatrici. Non ne possiamo più dei vostri sciacallaggi.