#Swissme, un giorno a bordo del Bernina Express
“Più che un viaggio è un’esperienza, più che una gita un’emozione”: così affermano sul sito ufficiale del Bernina Express, il “Trenino Rosso” che oramai da più di 100 anni percorre la tratta della Ferrovia Retica, Tirano – Saint Moritz. Affermazione che oggi condivido appieno anche io dato che, domenica scorsa, ho avuto occasione di dedicare l’intera giornata percorrendo i suoi lunghi 60,6 km partendo dalla Valtellina e arrivando in Engadina, attraversando paesaggi incantevoli e mozzafiato. Tutte le mie foto sono visualizzabili cliccando qui.
Il Bernina Express è un treno unico in Europa ed affascinante non solo per il percorso che affronta (partendo dai 400 metri sul livello del mare di Tirano fino agli oltre i 2200 dell’Ospizio Bernina) ma anche per la sua storia e la tecnologia con il quale è realizzato. Tutti motivi che gli sono valsi la nomina di Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Assieme al mio compagno di avventure Shonel Geri, il nostro viaggio inizia poco dopo l’alba di domenica scorsa 25 maggio quando, con sveglia alle 6 del mattino, ci siamo incontrati in stazione centrale a Milano da dove, alle ore 7.27 (la puntualità Svizzera si nota eh?), saremmo partiti in autobus verso Tirano, comune italiano di circa 9mila abitanti della provincia di Sondrio. In nostra compagnia anche @tvsvizzera.it (il portale della Radiotelevisione Svizzera-italiana per il pubblico italiano), @MySwitzerland_i (l’organizzazione nazionale di Svizzera Turismo che cura l’attività di marketing e vendita per la Svizzera), @goodfellas_imp (il gruppo di GoodFellas IMP – Italian Mobile Photographers) e i tanti turisti e fan della Svizzera che hanno prenotato il loro posto su lamiasvizzera.myswitzerland.com.
Per i più curiosi, su Twitter – cliccando qui – potete ripercorrere l’intera nostra giornata grazie a un lungo live twitting che io e Shonel abbiamo portato avanti dal mattino fino al rientro a casa. Tutte le mie foto sono visualizzabili cliccando qui.
…A Tirano, raggiunta verso le ore 10.30 circa, sarebbe iniziata la nostra avventura sul famoso Trenino Rosso. A Tirano infatti è presente l’unica stazione della Ferrovia Retica posta in territorio italiano, entrata in funzione nel 1908 e capolinea della linea del Bernina Express.
Mentre parte del gruppo di viaggiatori si apprestava a visitare parte della cittadina di Tirano nella mezz’ora disponibile prima di partire, io e Shonel abbiamo preferito rilassarci con un caffè al bar. Io, intanto, ho approfittato, come sono solito fare quando viaggio, a scegliere una bella cartolina da spedire ai miei familiari. Credo di essere uno dei pochi, ad oggi, a fare una simile attività, ma spero vivamente di sbagliarmi. 🙂
Ore 11.27. Tutti in carrozza, si parte!
Quel colore rosso acceso, quelle strisce bianche sulle parti basse dei vagoni: finalmente posso vedere e ammirare il lungo Trenino Rosso. Pochi minuti e inizia il viaggio.
Saliti a bordo l’emozione aumenta. Adoro queste ‘avventure’ e volevo viverla per intero. Mi piace essere a contatto con la natura e, dopo aver visto più e più foto e video sul web dedicati al Bernina Express, sapevo che l’intera esperienza non mi avrebbe deluso.
Il tratto che percorre il Trenino Rosso è ben descritto su bernina-express.com: “parte da Tirano, supera il confine con la Svizzera, oltrepassa Campocologno e grazie al viadotto di Brusio continua a salire sempre più, costeggia il lago di Poschiavo che si può ben ammirare dalle fermate di Miralago e Le Prese per continuare a salire passando per Poschiavo e Cavaglia. Prosegue il suo percorso in una tratta di alta montagna: ad Alp Grum si è già a 2000 mt e la salita non è terminata … il punto più alto lo si raggiunge sul passo, all’altezza dell’Ospizio Bernina. Da qui in poi la ferrovia è tutta in discesa, anche per un lungo tratto rimane ad altezza elevata in corrispondenza dei ghiacciai (fermate Lagalb – Diavolezza, Morteratsch e Muottas Muragl), e superate Pontresina e Celerina, termina la sua corsa a Saint Moritz.”
Questa magnifica tratta ferroviaria attraversa ponti, gallerie, passa accanto a ghiacciai, a laghi e fiumi, città e piccoli borghi. Non annoia mai! Vedere le foto in allegato per credermi ulteriormente.
Da qualche anno ho la fortuna, anzi… l’abilità di poter vivere ogni occasione sia attraverso gli occhi che tramite la mia reflex e vari device quali smartphone e iPad. Sono riuscito ad ammirare tutto, fotografando con la mia digitale ogni panorama che avevo attorno e condividendo con i miei followers alcuni tratti di questo lungo viaggio. Ne sono uscito pazzo, ma ne valeva la pena. Ne vale sempre la pena! 🙂
Dopo 2,5km da Tirano, raggiungiamo e superiamo la fermata di Campocologno, sul confine tra Italia e Svizzera, posta a 540 mt di altezza. Subito dopo Campocologno e prima di Brusio, il Trenino affronta quello che è il tratto più noto della tratta, divenuto anche simbolo del Patrimonio Unesco: la rampa elicoidale che permette di superare un dislivello di 30 mt. E’ qui che la meraviglia dell’ingegneria civile risulta ancora più meravigliosa e spettacolare in quanto inserita in un paesaggio di castagni e sculture e costruzioni in pietra, i famosi trulli saraceni o crotti ancora oggi utilizzati per come cantine per l’invecchiamento dei vini e la stagionatura di salumi e formaggi.
Proseguendo il viaggio, superiamo il piccolo paese di Campascio che, ad oggi, conta circa 200 persone. Situato nel cantone dei Grigioni, si presenta come una ridente contrada le cui case sono allineate per circa mezzo chilometro lungo la strada che da Campocologno porta a Brusio.
Dopo i paesaggi collinari nelle vicinanze e montagnose sullo sfondo, le fermate di Miralago e Le Prese ci permettono di ammirare lo stupendo lago di Poschiavo, uno specchio d’acqua di colore verde-azzurro intenso dalle sfumature variabili a seconda dell’ora della giornata formatosi in seguito al franamento postglaciale del monte Giümelin.
Superata la fermata di Poschiavo, capoluogo della valle, si raggiunge a 1692 mt. l’ampia conca di Cavaglia e il suo “Giardino dei Ghiacciai”, una formazione naturale costituita da pozzi dalla forma cilindrica, risultato dall’azione di erosione dell’ acqua proveniente dal ghiacciaio del Bernina durante l’ultima glaciazione.
Nel tratto tra Cavaglia e l’Alp Grum, il Bernina Express si inerpica su tornanti e spettacolari viadotti offrendo sempre nuove angolazioni sul panorama circostante. Da qui si può ammirare il ghiacciaio del Palu e l’omonimo laghetto ai piedi del ghiacciaio, le cui acque cambiano colore a seconda del tempo.
Una curiosità che vi condivido: “E’ all’Alp Grum che si ricorda, con una targa in legno con delle scritte in giapponese posta sulla facciata del rifugio, il gemellaggio con tra la Ferrovia del Bernina e la Ferrovia della linea Hakone – Tozan costruita a Tokio dopo che una delegazione giapponese, rimasta entusiasta da questo tratto della Ferrovia Retica, decise di riproporla in Giappone.”
E’ qui, presso l’hotel e ristorante Alp Grüm (a 2091mt di altezza!), che il nostro viaggio fa una sosta pranzo. Uno spettacolo per occhi e palato grazie alla terrazza solarium che offre a tutti i clienti una fantastica vista panoramica che spazia dalla Val Poschiavo alle Alpi bergamasche.
Finalmente si pranza! Ci aspetta un gustoso piatto di affettati e formaggi misti e a seguire i Pizzöcar ala pusc’ciavina (Pizzoccheri alla Poschiavina), piatto tipico della zona cucinato con tagliatelle di grano saraceno preparate a mano, cotte con patate e verdura e infine condite con formaggio, aglio, burro ed un po’ di salvia. Tutto accompagnato da un buon bicchiere di vino e infine una (troppo) zuccherata Torta di Noci.
La pausa pranzo è stata un’ottima occasione per conoscere i miei compagni di viaggio. Al tavolo con me e Shonel diversi reporter e giornalisti che ci hanno allietato con risate e interessanti discorsi spaziando dal mondo del web all’uso, consapevole o meno, di tutti gli attuali social network.
Ore 15.04, si torna sul Trenino Rosso. Direzione finale: St. Moritz.
Ripartiti da Alp Grum, la fermata successiva è la stazione Ospizio Bernina, il punto più alto toccato dal Bernina Express (siamo a 2.253 metri di altezza, ai piedi del ghiacciaio del Bernina). Arrivando in prossimità della stazione, sotto il ghiacciaio del Cambrena, si apre davanti agli occhi l’incomparabile panorama costituito dai due laghi scintillanti: lo scuro Lej Nair, che fluisce verso nord, in direzione dell’Inn e dunque del Mar Nero, e il lattescente Lej Alv (Lago Bianco), appartenente al bacino del Po.
E’ iniziata la discesa. Superate le due fermate di Lagalb e Diavolezza, si raggiunge Morteratsch dove il paesaggio montano continua a regalare forti emozioni grazie alla presenza del ghiacciaio del Morteratsch, incastonato tra le cime del gruppo del Bernina è uno spettacolo impareggiabile.
Il viaggio prosegue, siamo a 1820 mt circondati da foreste di pini e larici, nei pressi nella località di villeggiatura engadinese di Pontresina, nella valle laterale più alta dell’Alta Engadina, con una magnifica vista sulle cime più alte delle Alpi orientali, come il Piz Palü e del Piz Bernina.
La fermata dopo Pontresina è su richiesta ed è utilizzata essenzialmente da chi vuole prendere la famosa funicolare che porta a Muottas Muragl.
L’ultima fermata prima di Saint Moritz è Celerina, una delle più esclusive località dell’Engadina. La sua caratteristica stazione si trova a pochi passi dalla chiesa di San Gian, il simbolo del paese e dell’intera Engadina. Particolarità della chiesa è quella di avere un campanile, in stile gotico, squarciato sulla sua sommità perché – colpito nel 1861 da un fulmine – non è stato più ricostruito.
Una delle più ambite mete turistiche d’Europa, sulle sponde dell’omonimo lago, si trova Saint Moritz, ultima fermata del nostro viaggio. E’ tempo di scendere dal Bernina Express e tornare con i piedi per terra, purtroppo.
Rinomata per gli sport invernali, la presenza di hotel di lusso e negozi di lusso hanno fatto della cittadina uno dei luoghi più gettonati a livello turistico in Svizzera.
Un’ora a disposizione del gruppo per girare tra le vie cittadine alla scoperta dei suoi lussuosi negozi, tutti purtroppo chiusi (causa stagione invernale terminata?), e dell’architettura tipica alpina presente in diversi edifici. Un bel vedere è stato l’altissimo campanile della Chiesa protestante di San Maurizius.
Un ultimo giro (soprattutto di fotografie) presso il maestoso lago di St. Moritz, che poi è il più piccolo fra quelli dell’alta Engadina, e via verso il bus. Una foto di gruppo e tutti a bordo! Da lì a breve saremmo ripartiti, ahimè in bus, verso la città di Milano, e quindi alla ‘vera realtà’.
“SI !!“, il viaggio sul Bernina è assolutamente un’esperienza da provare: essere totalmente circondati da quella parte del mondo che tanto amo (=la natura!), e che spero amiate anche voi, è una sensazione di libertà e di benessere che poche volte si possono provare durante le frenetiche giornate che viviamo oggigiorno.
Più che una gita è un’emozione da vivere, senza ‘se’ e senza ‘ma’.
Tutte le mie foto sono visualizzabili cliccando qui.
Non ci sono parole davanti ad una totale bellezza di posti,se non quella, di ammirare le altrettanto magnifiche foto scattate con maestria assoluta. Il reportage ti fa vivere in pieno quella che è in realtà la Natura,un patrimonio da proteggere in assoluto. L’esperienza vissuta è stata certamente piena di piccole e grandi emozioni. Che dire:alla prossima avventura……..!! Ciaooooo Enza (beato Te)