Frode nei materiali del Progetto C.A.S.E. a L’Aquila
L’ultima volta che parlai de L’Aquila fu il 5 aprile di quest’anno, un giorno prima della ricorrenza per i 3 anni dal sisma. Da allora sono sempre tante le notizie che giungono dal capoluogo abruzzese e, ahimè, non sempre sono bei aggiornamenti.
Vivendo ormai a km di distanza, non posso far altro che tenermi periodicamente aggiornato sulla situazione aquilana grazie al web e ai social network, per scoprire come – purtroppo – le donazioni tardino ancora ad arrivare, le macerie tardino ancora ad essere rimosse, il lavoro tardi ancora a ripartire e la ricostruzione tardi ancora ad avviarsi.
Oltre alle tante inchieste avviate in questi anni per risalire ai colpevoli dei crolli di alcuni palazzi del centro della città e del mancato allarme da parte della Commissione Nazionale Grandi Rischi, è notizia di ieri di come la “new town” sorta nei pressi de L’Aquila per ospitare gli sfollati del terremoto sia stata costruita senza rispettare le norme antisismiche. Dopotutto siamo in Italia, non c’erano dubbi che qualche ‘paradosso’ simile dovesse (continuare ad) uscire prima o poi!
La perizia depositata dai consulenti tecnici d’ufficio nell’ambito dell’incidente probatorio disposto dal giudice, Marco Billi, riporta quanto segue: Gli isolatori antisismici installati sotto le piastre di cemento armato delle cosiddette new town del progetto Case – le abitazioni provvisorie assegnate dalla Protezione civile ai terremotati dell’Aquila – presentano dei «materiali diversi da quelli offerti in gara» e delle «criticità ai fini del funzionamento e della sicurezza».
I magistrati ipotizzano i due reati di turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture a sei persone, tra cui Mauro Dolce, responsabile del progetto C.A.S.E. (attenzione: ho detto C.A.S.E. e non Case che sono due cose ben distinte).
Come scrive Il Fatto: «La rottura di un isolatore campione durante i test effettuati nei laboratori di Torino, Alessandria e San Diego in California, dimostrerebbe secondo la perizia che almeno 200 dispositivi forniti dall’Alga di Milano presentano delle “criticità sostanziali ai fini della sicurezza e del funzionamento” tanto che i periti del tribunale auspicano “un intervento di sostituzione”».
Riguardo il funzionamento degli isolatori, la perizia evidenzia una idoneità generale dei dispositivi installati, ma, scrivono i periti, solo in base alle normative nazionali o europee vigenti che «non sempre possono essere sufficientemente rappresentative e cautelative perchè non includono componenti a frequenza relativamente elevata come quelle presenti nei terremoti reali». Durante le prove di laboratorio, infatti, la riproduzione degli effetti di un terremoto vero ha danneggiato gli isolatori campione dell’Alga a causa del fenomeno “stick-slip” che secondo i periti potrebbe risultare “potenzialmente distruttivo degli stessi dispositivi”.
Nel mirino della perizia ci sarebbe l’intera fornitura dell’azienda milanese che insieme alla Fip industriale di Padova si è aggiudicata la gara per la costruzione di oltre 7mila e 300 isolatori antisimici per una spesa che supera 7 milioni e 100mila euro.
Insomma, gli anni passano e la sicurezza degli aquilani è ancora a rischio. Bello schifo!